“Clara è stata uccisa dal suo ex compagno. Siamo sconvolte per quello che è successo a pochi passi da noi – afferma Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona in piazza Colombo – ma non siamo stupite. Sono già 13 le donne uccise nel nostro Paese da inizio anno. L’uccisione di Clara è un’ulteriore triste conferma di un fenomeno purtroppo sempre attuale e diffuso e che ci obbliga ancora una volta ad una riflessione e ad una assunzione collettiva di responsabilità.”
Gli ultimi dati Istat mostrano che, se da un lato il numero totale degli omicidi è diminuito, dall’altro sono cresciuti o rimangono costanti i casi delle donne uccise in ambito familiare da mariti, fidanzati o ex conviventi. Da uomini che non accettano il volere delle donne.
La violenza maschile sulle donne è un fenomeno trasversale le cui cause sono da ricondurre ad uno storico squilibrio di potere tra uomini e donne e ad una concezione della relazione tra i generi che nega alla donna il diritto all’autodeterminazione. Il femminicidio non è causato da raptus di follia o momentanee perdite di controllo ma è preceduto spesso da un periodo più o meno lungo di violenze e maltrattamenti.
“Sono necessarie e improrogabili azioni politiche di sostegno e protezione delle donne in attuazione di quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul, come continuiamo a ripetere da anni.”
Il Centro Antiviolenza Mascherona da oltre 10 anni interviene a sostegno delle donne e dei bambini e bambine che subiscono violenza e durante la pandemia non si è fermato, continuando ad accogliere le donne e a mettere in campo azioni di formazione e sensibilizzazione nelle scuole e con la rete territoriale per prevenire la violenza maschile sulle donne.
“Quanto è successo coinvolge tutti e tutte. – conclude Manuela Caccioni – Solo attraverso un lavoro di rete possiamo promuovere un concreto cambiamento culturale che possa contribuire all’avanzamento dei diritti delle donne.”
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