Elisa Della Pergola si è spenta ieri all’ospedale San Martino di Genova dove era ricoverata per Coronavirus. “Una donna complessa, intelligente, mai banale, sarcastica, intollerante alle ingiustizie, in particolare quelle nei confronti delle donne.” Così la ricordano le socie, colleghe ma soprattutto amiche del Centro Antiviolenza Mascherona.
“Ci ha insegnato a non abbassare la guardia rispetto alla qualità dei nostri interventi con le donne e con i bambini che hanno subito violenze” affermano le socie de Il Cerchio delle Relazioni. “Vedere nei suoi occhi la fierezza di far parte di qualcosa di utile e importante per le donne, ci ha reso più forti e sempre più determinate. Continueremo a trasmettere i suoi insegnamenti alle nuove generazioni.”
Sopravvissuta alle persecuzioni nazi-fasciste, Elisa, da tutti chiamata Lilly, era bambina quando irruppero le leggi razziali che costrinsero lei e la sua famiglia a scappare e a nascondersi. Nei campi di concentramento ha perso il padre, il nonno, alcuni zii e cugini. Elisa raccontava spesso con commozione e coraggio gli anni bui della sua infanzia, convinta che fosse importante preservare la memoria passando la sua testimonianza ai/alle giovani. E a loro ha dedicato parte della sua vita, attraverso l’insegnamento nella scuola che per lei era il luogo della libertà per eccellenza, perché solo con la conoscenza si può essere liberi e libere e quindi scegliere.
Si è sempre distinta per il suo impegno per la lotta per i diritti delle donne e dei minori e per la sua instancabile attività all’interno de Il Cerchio delle Relazioni, di cui è stata fondatrice e Presidente. In oltre trent’anni, ha sostenuto centinaia di donne e, al Centro Antiviolenza Mascherona, si è dedicata fino all’ultimo ai Gruppi di Auto Aiuto perché credeva fortemente nella relazione tra donne come strumento per raggiungere la forza e l’autostima necessarie per uscire dalla violenza.
Grazie alla sua forza, passione e volontà, la Cooperativa Il Cerchio delle Relazioni è riuscita ad aprire quattro case protette per accogliere le donne e i minori, di cui l’ultima, inaugurata il 25 novembre scorso in occasione della Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne, porta il suo nome: “Casa Rifugio Elisa”.
Molto legata all’entroterra genovese per averla nascosta durante l’infanzia, è sempre tornata in quei luoghi portando il suo impegno e il suo entusiasmo e, insieme ai Comuni di Campomorone e Busalla che si sono fidati della sua forza e serietà, ha creato alcuni sportelli di ascolto dislocati sul territorio.
Una donna che ha lottato per la libertà di esistere, di scegliere, di avere sogni e desideri, con determinazione e orgoglio, ma anche con allegria e con quel tocco di eleganza che l’ha sempre contraddistinta.
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